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Lesione del Crociato Anteriore

Il legamento crociato anteriore è localizzato all’interno dell’articolazione del ginocchio e collega il femore alla tibia, impedendo a quest’ultima di scivolare troppo in avanti rispetto al femore e stabilizzando l’articolazione durante i movimenti di torsione.
Una lesione dell’LCA avviene tipicamente quando si verifica un movimento improvviso o un trauma diretto che causa un eccessivo stiramento o una rottura del legamento.

La causa può essere un movimento rapido e brusco, come arresti improvvisi o cambi di direzione, tipici negli sport come calcio, basket o sci. Anche salti o atterraggi scomposti, laddove il carico sul ginocchio può risultsare eccessivo o mal distribuito, possono provocare una lesione del legamento, oltre a traumi diretti con un impatto frontale nella zona del ginocchio, ad esempio durante un contrasto sportivo o un incidente automobilistico.

Solitamente durante la lesione si genera un “clack” udibile o la sensazione di uno schiocco all’interno del ginocchio, seguito da un dolore intenso e gonfiore che aumenta rapidamente entro poche ore. Il ginocchio dà la sensazione di cedimento e si avverte difficoltà nel piegarlo o estenderlo completamente.
È frequente che insieme al crociato vengano lesionati il menisco interno e il legamento collaterale interno, a volte si verifica anche un danno alla cartilagine e edema osseo. Questi fenomeni complicano il quadro e peggiorano la sintomatologia dolorosa.

Per ricostruire il crociato si possono usare diversi innesti:

Tendine rotuleo: ha una elevata resistenza e solidità e un tasso di successo molto alto per la stabilità a lungo termine. La possibilità di prelevare anche un frammento di osso alle estremità rende migliore la guarigione osso-osso e riduce il tempo di guarigione. Gli svantaggi di questa scelta sono costituiti dalla possibilità di avvertire dolore anteriore al ginocchio post-operatorio, soprattutto durante l’atto di inginocchiarsi, e il potenziale rischio di fratture della rotula o di altre complicazioni a lungo termine legate al prelievo del tendine è più elevato.

Tendini ischiocrurali: sono i muscoli flessori del ginocchio, generalmente si preleva dal semitendinoso e a volte il gracile, essi vengono avvolti insieme per creare un innesto resistente.

Il vantaggio principale è che si ottiene un minor impatto sulla funzionalità del ginocchio, in più le cicatrici sono meno evidenti e il paziente avvertirà meno dolore nella parte anteriore del ginocchio rispetto alla tecnica che prevede l’innesto del tendine rotuleo. Gli svantaggi sono costituiti da una resistenza minore rispetto al tendine rotuleo, e dal rischio di debolezza dei muscoli flessori a lungo termine.

Tendine quadricipitale: è quello che si inserisce sulla parte superiore della rotula, ha il vantaggio di essere molto resistente, simile al tendine rotuleo, ma con meno dolore anteriore al ginocchio. È un’opzione valida per i pazienti che hanno già subito una ricostruzione con un altro tipo di innesto o per chi ha esigenze specifiche. Gli svantaggi sono dati da un possibile indebolimento del quadricipite e dal rischio di problemi cicatriziali o difficoltà a flettere il ginocchio a seguito dell’intervento.

Come la curiamo

L’intervento chirurgico solitamente non è urgente e possono passare alcuni mesi dopo la rottura del legamento. Per questo è molto importante, specialmente per le persone sportive che vogliono tornare all’attività agonistica, la fisioterapia pre-operatoria, fondamentale per mantenere un buon trofismo muscolare. Esso consente di aumentare la stabilità del ginocchio, compromessa dall’assenza del legamento lesionato, e di velocizzare il recupero post operatorio, in quanto il grado di riduzione della forza fisica sarà inferiore.
Nella fase post-operatoria è necessario guadagnare progressivamente mobilità, pur nel rispetto dei tempi di solidificazione dell’innesto, per non rischiare che il punto di ancoraggio si sposti, rendendo troppo lasso il neo-legamento. È fondamentale il recupero della forza muscolare, infatti già dopo pochi giorni il trofismo e il tono risulteranno fortemente ridotti. Ovviamente, occorreranno esercizi specifici per ogni muscolo, ed esercizi funzionali che consentono di riabilitare lo svolgimento di un’azione complessa, specifica per ogni sport.

È importante equilibrare le due gambe tra loro, ma anche il compartimento anteriore del quadricipite rispetto a quello posteriore dei flessori del ginocchio. Uno squilibrio di queste due componenti infatti potrebbe aumentare il rischio di recidiva. Grazie a un sistema oggettivo di valutazione, che si avvale di dinamometri e pedane stabilometriche, abbiamo la possibilità di misurare la forza di ogni gruppo muscolare sia singolarmente che durante gesti funzionali. Ciò permette di stabilire correttamente i tempi di progressione delle fasi riabilitative e riportare l’atleta all’attività agonistica solamente quando il rischio di recidiva sarà minimo.

I tempi di ritorno all’attività agonistica solitamente sono di 8-9 mesi dopo l’intervento. Questo è il tempo necessario al neo-legamento per recuperare la struttura che gli consente di reggere il carico. Per diminuire al massimo il rischio di recidiva in realtà sarebbe più corretto aspettare almeno 2 anni, infatti oltre la capacità di carico è fondamentale che si recuperi anche l’elasticità del tessuto legamentoso: un legamento rigido è più soggetto a rottura di uno elastico, perché non è in grado di dissipare al meglio le forze.
Terapie consigliate

Trattamento manuale

Fisioterapia

Terapia strumentale

Dinamometro

Pedane stabimometriche

Mobilità

Chinesioterapia in palestra