Ernia al disco
L’ernia discale è una condizione in cui uno dei dischi intervertebrali si danneggia causando la fuoriuscita di una parte del materiale gelatinoso al suo interno (nucleo polposo). I dischi hanno la funzione di ammortizzatori tra le vertebre della colonna vertebrale. La loro lesione genera una risposta infiammatoria locale e un aumento della pressione contro le radici nervose circostanti o contro il midollo spinale.
Non tutte le ernie sono sintomatiche, spesso si trovano anche in persone che non hanno mai sofferto di mal di schiena. Quando però lo sono provocano un dolore acuto che può limitarsi alla zona lombare oppure irradiare come un filo lungo la gamba, anche fino alle dita dei piedi.
Spesso nel giorno precedente si sono effettuati sforzi, a volte può bastare poco, ad esempio semplicemente allacciarsi le scarpe. È una condizione acuta ma è il risultato di un processo più lungo che porta gradualmente all’indebolimento dell’anello esterno del disco e solo alla fine alla sua rottura con fuoriuscita del nucleo interno.
Il trattamento acuto è farmacologico nei primi giorni, con antidolorifici e antinfiammatori per via orale o intramuscolare. In seguito si fanno trattamenti manuali per togliere le tensioni muscolari generate dall’infiammazione e dal dolore, e terapie strumentali come il laser per agire direttamente sull’infiammazione.
La risonanza magnetica non è essenziale, in fase acuta i sintomi sono evidenti clinicamente, mentre in fase sub-acuta se i sintomi vanno migliorando significa che il trattamento conservativo è sufficiente. Solamente se il dolore persiste molto forte per diverse settimane o compaiano segni di compromissione motoria serve intervenire chirurgicamente. In questo caso la risonanza magnetica servirà al neurochirurgo per decidere come intervenire.
Il riposo assoluto rimanendo immobili a letto per giorni non è in nessun caso la strategia migliore, si va ad indebolire ulteriormente la muscolatura. E’ consigliabile fare quel poco movimento che si riesce ad eseguire, e possibilmente aumentarlo gradualmente.
Come la curiamo
Iniziamo con una valutazione fisioterapica per determinare se sono necessari esami strumentali, come risonanza magnetica o radiografie, basandoci anche sulla dolorabilità del paziente. Una volta escluse le “red flags”, procediamo con una valutazione osteopatica per comprendere l’influenza di vari sistemi (articolazione temporo-mandibolare, cervicale, torace e complesso scapolare).
A seconda dei risultati, proseguiamo poi con il trattamento manuale, che prevede manipolazioni sia articolari che muscolari. In alcuni casi, il trattamento può essere supportato da laser terapia o tecar terapia. Per garantire risultati duraturi, proponiamo esercizi specifici da eseguire a casa o presso la nostra palestra. Inoltre, forniamo al paziente consigli posturali da seguire durante l’attività lavorativa, per evitare peggioramenti della sintomatologia.
Il trattamento chirurgico è raro, poiché la maggior parte dei casi risponde efficacemente al trattamento conservativo. Nei primi giorni, quando il dolore è più intenso, si possono utilizzare farmaci antidolorifici e antinfiammatori.
Trattamento manuale
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